L’ultimo bar ha spento le luci
ha spento le insegne ha chiuso le porte
ho le gambe pesanti e cammino con gli occhi sbarrati
per decifrare le ombre della notte
Esseri umani sotto una pensilina
Ubriachi di sonno bisogni e di vino
Stanno lì ad aspettare il bus della notte per andare via
Prima che arrivi il mattino
Di là dalla strada appoggiati ad un muro
Un uomo e una donna si stanno baciando
Non vedo niente Nemmeno la gente
Che passa di lì accanto brontolando
E sembra quasi che li ci sia un raggio di sole
Ma è solo un miraggio, non può essere vero
stanno lì ad aspettare il bus della notte
per andare via da questo asfalto nero
da questo asfalto nero
Quei due ragazzi dalla faccia feroce
abitano in un ghetto di periferia
parlano male alzano la voce
del papa, di Fini, della polizia
Sono due anime che non si arrendono
tutti li guardano ma nessuno li vede
stanno lì ad aspettare il bus della notte
per andare via da questo marciapiede
E quella vecchia là sotto il lampione
ha trascorso la vita a un incrocio stradale
ha sofferto la pioggia, l’emarginazione
e ha un figlio cattivo che la tratta male
se le pari ti offende e ti manda all’inferno
ma lo fa per nascondere un po’ di paura
e sta li ad aspettare il bus della notte per andare via
da questa avventura
da questa avventura
E io ho fumato cento sigarette
solo per vivere un po’ più intensamente
e ho la bocca impastata di birra
e ho la testa stanca, confusa, pesante
non mi dire che non è più vero niente
davanti a me vedo che c’è una strada
e sto aspettando il bus della notte
per andare via
dovunque vada
dovunque vada
Giuseppe Cataldi says:
non Ti conosco, Enza del lettere caffè ha diffuso una canzone di Bob Dylan cantata con DeGregori, ed allora sto guardando quest’archivio. ma che bel testo raccontato…un abbraccio