Roma nun fa la stupida stasera
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Sei fuori dal mondo
ma non te ne rendi conto
una tana di preghiera è il tuo rifugio più sicuro
con il premio pronto li nel prossimo futuro
e hai dato già l’acconto ai fantasmi del pensiero
hai accettato il sogno come fosse tutto vero
Ma non potrai scappare mai da questo mondo
dove vorresti andare?
È questo il posto dove vivere
la terra da abitare
Sei un ramo storto
hai il fiato corto
la pace e la salvezza, la tua felicità
pensi di ottenerli quando non sarai più qua
ma oltre quella porta la tua fede è un’opinione
la morte è un muro in faccia ad ogni tua immaginazione
Ma non si può scappare mai da questo mondo
non serve a niente sperare
non c’è niente che tu possa dire
e meno ancora che tu possa fare
sei cieco e sordo
un cane morto
il volo in fondo al cielo il tuo segreto straordinario
misero placebo per un cuore solitario
intanto la tua vita lentamente se ne va
nel tempo e nello spazio di quest’unica realtà
Non potrai scappare mai da questo mondo
dove vorresti andare
È questo il posto dove vivere
la terra da coltivare
grande la vita che lascia e che prende
senza pensarci su
grande anche il cielo sereno che splende
anche senza di noi
l’arcobaleno è un ponte che pende
o è il segno di un dio
tutte le storie vissute e scomparse
ero davvero io?
cerco il senso della vita
come diogene con la sua lanterna accesa
bella la sera che scende d’incanto
sopra i nostri occhi
bella la notte che splende dall’alto
sopra i nostri corpi
ed è solo un pianeta che sta rotolando
per quanto se ne sa
miliardi di insetti su una palla di fango
chissà dove si va
cerco il senso della vita
come diogene con la sua lanterna accesa
giusto cantare canzoni d’amore
per mille ed una notte
ed è giusto sapere che domani c’è il sole
anche se pioverà
ed è giusto sorridere e guardarci negli occhi
senza pensare al poi
ma tu non arrenderti adesso ti prego
non ti fermare vai!
cerchi il senso della vita
come diogene con la sua lanterna accesa
grigio, il tuo mondo è troppo grigio
la tua vita è una coperta in naftalina
è come un fiore soffocato dalla brina
grigio, il tuo cielo è troppo grigio
è una nuvola che oscura il tuo pensiero
la tua vita è come un film in bianco e nero
grigio, il tuo cuore è troppo grigio
è un deserto che si stende all’infinito
il tuo cuore è come un tronco inaridito
gira il mondo ed il tuo giorno arriverà
ma sai già che tempo fa
è un inverno che per te non passerà
grigio, il tuo tempo è troppo grigio
le tue ore sono cenere nel vento
i tuoi giorni sono polvere e cemento
grigio, il tuo volto è troppo grigio
appiattito contro il nastro dell’asfalto
ricoperto da una patina di smalto
grigio, il tuo sguardo è troppo grigio
non ha visto mai la gioia del colore
si è perduto fra la noia ed il dolore
gira il mondo e la tua sera arriverà
ed è dura la realtà
torni a casa mentre il sole se ne va
grigio, il tuo vestito è troppo grigio
te ne accorgerai guardandoti allo specchio
sembri stanco sembri vuoto sembri vecchio
grigio, il tuo lavoro è troppo grigio
il benessere che hai lo paghi caro
lo fai solo per il colore del denaro
grigio, il tuo letto è troppo grigio
senza amore senza sogni colorati
solo freddi desideri inappagati
gira il mondo e la tua notte arriverà
mentre muore la città
è una notte che colori non ne ha……… grigio!
non mi pento di tutto quel che penso
dei miei sogni del mondo che mi porto dentro
non mi stanco di remare controvento
me ne vanto anche se qualche volta ho pianto
finche’ la mia vita non sara’ finita
io non mi pentiro’
con tutta la forza che ho
con tutte le cose che so io non mi pento
non mi pento di credere nell’uomo
un sacco vuoto dove pero’ rimbomba un tuono
non mi stanco di accettarmi come sono
senza un dio a cui chiedere perdono
finche’ la mia vita non sara’ finita
io non mi pentiro’
con tutte le cose che so
con tutta la voce che ho io non mi pento
non mi pento di combattere i potenti
con ogni mezzo con le unghie con i denti
so che il tempo va nella mia direzione
forse un giorno la storia ci dara’ ragione
finche’ la mia vita non sara’ finita
io non mi pentiro’
con tutta la voce che ho
con tutta la forza che ho io non mi pento
A Campo dei fiori c’è un uomo sul rogo
un uomo che brucia e che rimane muto
la gente che passa si ferma ben poco
un bicchiere di vino, si scambia un saluto
ma a Campo dei fiori la ferita brucia ancora
dopo quattro secoli di sangue
e c’è ancora quell’ombra
vestita soltanto di fuoco e di fiamme.
A Campo dei fiori c’è un uomo sul rogo
un uomo che brucia e non dice una parola
la gente che passa si ferma ben poco
un bicchiere di birra e così si consola
ma a Campo dei fiori quando scende la sera
c’è qualcuno che canta una canzone
e sui tetti di Roma c’è una luna serena
che ripete il suo nome.
A campo dei fiori c’è un uomo sul rogo
che fece la fine dell’abbacchio arrosto
la gente che passa si ferma ben poco
un bicchiere di vino e lascia libero il posto
ma a Campo dei fiori quell’ombra rimane
da sola a bruciare sul suo rogo
la ricorderemo, la celebreremo
col ferro e col fuoco.
A Campo dei fiori c’è un uomo sul rogo
un uomo che brucia e non ci maledice
la gente che passa si ferma ben poco
un bicchiere di birra e se ne va via felice
ma a Campo dei fiori di stagione in stagione
c’è un uomo che sul quel rogo muore
lo vendicheremo cantando il suo nome
e portandogli un fiore.
Benvenuta nella mia stanza
tra le mie pareti bianche
io è qui che ti ho aspettata
per ore giorni settimane
benvenuta dove io vivo
e dove faremo l’amore
ci troverai un po’ di vino e un po’ di fumo
e ci troverai il mio cuore.
Benvenuta nella mia stanza
dentro a queste quattro mura
ti puoi togliere le scarpe
fallo senza paura
e se userai le mie ciabatte
non riuscirai a scapparmi via
e se ti provi i miei anfibi
ti farò una fotografia.
Che tu sia la benvenuta
in questo spazio piccolino
dove passa il tempo anche se non sembra
e arriva sempre il mattino
io è qui che mi risveglio
e l’ho fatto quasi sempre da solo
nel mio letto tipo tenda canadese
le mie memorie del sottosuolo.
Benvenuta nella mia stanza
nel mio mondo polveroso
i miei Sartre ed i miei Lenin
io è qui che mi riposo
i miei sogni dentro ai libri
che forse un giorno leggerai
benvenuta nella mia stanza amore
non te ne pentirai.
Che tu sia la benvenuta
tra le mie pareti bianche
io è qui che ti ho aspettata
per ore giorni settimane
benvenuta dove io vivo
e dove faremo l’amore
ci troverai un po’ di vino e un po’ di fumo
e ci troverai il mio cuore.
Mi ricordo ancora il nostro primo bacio
abbracciati dietro ad un portone
la tua meraviglia di sentirti donna
il tuo volto tutto pieno di rossore
Mi ricordo ancora quella prima volta
sulla sabbia che bruciava di passione
quel sorriso strano quella strana occhiata
quella tua innocenza pura e profanata
Mentre la gente ci correva attorno
senza guardare sotto quel barcone
che nascondeva quel nostro incontro
che nascondeva quell’ ora d’amore.
La mia barba ha quarant’anni
i miei occhi forse cento
i miei sogni i miei vent’anni
son passati come il vento
se nascessi mille volte
cento volte e un’altra ancora
non vorrei cambiare un giorno
non vorrei cambiare un’ora.
Mi ricordo ancora le bandiere al vento
della nostra prima manifestazione
di quel fumo denso che bruciava il naso
e del primo sampietrino che ho tirato
delle corse affannate delle cariche improvvise
le assemblee piene di fumo e di rancore
mi cercavi con gli occhi ti sentivo nel cuore
già le nostre scelte erano decise
Mentre la gente discuteva attorno
stavamo lì per infinite ore
prima di andare ad un altro incontro
prima di prenderci un’ora d’amore.
La mia barba ha quarant’anni
i miei occhi forse cento
i miei sogni i miei vent’anni
son passati come il vento
se nascessi mille volte
cento volte e un’altra ancora
non vorrei cambiare un giorno
non vorrei cambiare un’ora.
Mi ricordo ancora della nostra angoscia
mi ricordo ancora la disperazione,
i braccianti ammazzati i compagni arrestati
gli operai mandati in cassa integrazione
Mi ricordo ancora il nostro lungo maggio
la passione l’illusione ed il coraggio
quando il giorno era breve e la notte era bruna
quando ancora parlavamo con la luna
Quando avevamo tutto il nostro ingegno
ed il pensiero diventava azione
e credevamo in un mondo diverso
e credevamo nell’ immaginazione.
La mia barba ha quarant’anni
i miei occhi forse cento
i miei sogni i miei vent’anni
son passati come il vento
se nascessi mille volte
cento volte e un’altra ancora
non vorrei cambiare un giorno
non vorrei cambiare un’ora.
Compagni, avanti! Il gran Partito
noi siamo dei lavorator.
Rosso un fiore in noi è fiorito
e una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell’officina,
entro terra, nei campi, al mar,
la plebe sempre all’opra china
senza ideale in cui sperar.
Su lottiam!
L’Ideale nostro alfine sarà,
l’Internazionale, futura umanità!
Su lottiam!
L’Ideale nostro alfine sarà,
l’Internazionale, futura umanità
Un gran stendardo al sol fiammante
innanzi a noi glorioso va,
noi vogliamo per esso giù infrante
le catene alla libertà!
Che giustizia venga, noi vogliamo
non più servi, non più signor!
Fratelli tutti esser vogliamo
nella famiglia del lavor.
Su lottiam…
Lottiam, lottiam, la terra sia
di tutti eguale proprietà,
più nessuno nei campi dia
l’opra ad altri che in ozio sta.
E la macchina sia alleata
non nemica ai lavorator;
così la vita rinnovata
all’uom darà pace ed amor!
Su lottiam…
Avanti, avanti, la vittoria
è nostra e nostro è l’avvenir;
più civile e giusta, la storia
un’altra era sta per aprir.
Largo a noi, all’alta battaglia
noi corriamo per l’Ideal:
via, largo, noi siam la canaglia
che lotta pel suo Germinal!
Su lottiam…
Fischia il vento ed infuria la bufera
Scarpe rotte e pur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir
…a conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir
Ogni contrada è patria del ribelle
Ogni donna a lui dona un sospir
Nella notte lo guidano le stelle
Forte il cuor e il braccio nel colpir
…nella notte lo guidano le stelle
Forte il cuor e il braccio nel colpir
E se ci coglie la crudele morte
Dura vendetta verrà dal partigian
Ormai sicura è già la dura sorte
Del fascista vile traditor
…ormai sicura è già la dura sorte
Del fascista vile traditor
Cessa il vento, calma è la bufera
Torna a casa il fiero partigian
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi, e alfin liberi siam!
…sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi, e alfin liberi siam!
Fischia il vento ed infuria la bufera
Scarpe rotte e pur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir
…a conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir
Una mattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
una mattina mi sono alzato
e ci ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
o partigiano, portami via
che mi sento di morir.
E se muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l”ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno
e diranno: o che bel fior!.
E” questo il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà